IL SITO DEL PRESIDIO DI OPERA E' UNA CARICATURA DEI PROBLEMI LEGATI ALL'INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI NELLA SOCIETA' MODERNA.

SOTTO: LA STORIA DEL PRESIDIO DI OPERA, UN ANNO DOPO.

Dal 21 dicembre 2006 al 12 febbraio 2007 riassunta con gli articoli di giornale più significativi (spesso falsi) ed i comunicati stampa, per non dimenticare:

VERGOGNA, non possiamo permettere questo!

NO INCENERITORE A OPERA - TORNA IL PRESIDIO

PARTECIPANO:
OXXXA IN CONCERTO
DIEGO PARASSOLE
SIMONE FRULIO
Insieme per dire NO INCENERITORE A OPERA!

NO INCENERITORE A OPERA

AMSA HA PRESENTATO IL PROGETTO PER L'INCENERITORE AL CONFINE CON IL NOSTRO PAESE, ACCANTO AL CARCERE.
PREPARIAMO LA MOBILITAZIONE PER DIRE NO ALL'INCENERITORE ALLE PORTE DI OPERA!

21 DICEMBRE 2009 giornata dell'orgoglio operese

3 ANNI FA UN MOTO POPOLARE HA SALVATO OPERA DAI CAMPI ABUSIVI
OGGI RICORDIAMO QUELLA BATTAGLIA PER LA LIBERTA'

ASSOLTI TUTTI I PROCESSATI TRANNE UNO: ASPETTIAMO IL RICORSO IN APPELLO

TUTTI INNOCENTI E UN CAPRO ESPIATORIO, OPERA VOLTA PAGINA
Opera, 7 luglio 2009
Dopo due anni di processo si conclude discretamente bene il procedimento nei confronti degli otto cittadini operesi accusati di aver dato alle fiamme il campo rom allestito in paese nel dicembre 2006 dalla Provincia di Milano e dallo stesso Comune di Opera in seguito ad uno sgombero sul territorio di Milano.
Più di venti le persone inizialmente indagate, nove le richieste di rinvio a giudizio, solo otto i processati dopo la paradossale vicenda di Ettore Fusco, prima assolto, poi nuovamente rinviato al giudizio del Gip per essere infine, definitivamente, scagionato quattro mesi fa ad un anno dalla sua elezione a Sindaco di Opera, il paese che aveva difeso dall’insediamento del campo nomadi fortemente contestato anche dai suoi concittadini.

Il Sindaco Fusco dopo i fatti del 21 dicembre del 2006 è stato indagato, pedinato, intercettato ed ha subito l’onta della perquisizione all’alba nel proprio domicilio “Un esperienza inquietante - ricorda l’attuale primo cittadino - che non consiglio a nessuno. Svegliarsi alla mattina trovando alla porta i Carabinieri che rovistano ovunque e portano via computer e telefonini è stata una violenza a me ed alla mia famiglia che non dimenticheremo mai”.
Quel giorno con il Capogruppo della Lega Nord c’erano la moglie incinta e due bambine “lo shock è stato forte anche per loro - conclude l’allora capo della rivolta degli operesi prima di esprimere la solidarietà ai compagni di battaglia e di sventura giudiziaria - la mia solidarietà e vicinanza è inoltre rivolta all’unico condannato che subisce l’onta di essere stato usato come capro espiatorio non essendo riusciti a condannare me, in quanto mandante. Agli altri processati, tutti assolti, esprimo il personale rammarico per come sono stati trattati dalla giustizia italiana e per le spese che hanno dovuto sostenere per difendersi da accuse false e prove costruite fino al giorno in cui è crollato il castello di sabbia su cui si basavano”.
Degli operesi coinvolti nel processo, in sette sono stati assolti con formula piena mentre uno di loro è stato condannato per l’incitamento pubblico, non per la devastazione delle tende e l’incendio avvenuto.
“La mia personale vicinanza e solidarietà - è il commento dell’Assessore Pino Pozzoli, anche lui protagonista di quella vicenda - va a tutte le persone coinvolte in questa triste vicenda ed alle loro famiglie che hanno vissuto una gogna mediatica del tutto ingiustificata e che hanno dovuto spendere cifre non indifferenti per potersi difendere da accuse del tutto infondate. Oggi si chiude definitivamente un capitolo che dovrebbe fare profondamente riflettere chi, oggi come ieri, sfrutta giornali politici e partitici per scrivere falsità sulla vita del nostro amato paese”.

Opera è un paese nuovo, ha voltato pagina ed è tornato sereno e vitale più di prima. Un paese cambiato che, da un anno, è guidato proprio da chi è stato protagonista del presidio di Opera e più di ogni altro ha pagato lo scotto di avere voluto difendere gli interessi dei suoi concittadini interpretandone gli umori. Un paese più sicuro, che funziona meglio, è il parere degli operesi.

FINISCE IL CALVARIO DEL SINDACO FUSCO

Opera, 20 marzo 2009
Con la sentenza del Giudice Gennari si conclude la persecuzione nei confronti di Ettore Fusco, l’attuale Sindaco di Opera, sotto accusa da due anni per il reato di istigazione a delinquere a seguito dell’incendio del campo nomadi che Provincia, Prefettura e Comune di Milano, con il patrocinio della Caritas di Don Colmegna, stavano istituendo sul territorio operese con l’assenso dell’allora primo cittadino Alessandro Ramazzotti.
Fusco, all’epoca dei fatti Capogruppo Consiliare della Lega Nord, si era distinto per avere coordinato la protesta dei cittadini esortandoli dal commettere reati e mettendo in piedi un presidio pacifico dinanzi al punto dove la Provincia aveva cominciato a montare le tende che avrebbero ospitato i nomadi sgomberati pochi giorni prima da un campo di Via Ripamonti a Milano.
Ma le parole infuocate del Consigliere e la reazione scomposta di molti cittadini, oltre all’affronto alle istituzioni con un presidio durato un mese e mezzo fino alla resa del Prefetto ed alla conseguente scelta di spostare altrove i nomadi, portò qualche esagitato ad introdursi nell’area adibita ad accogliere i rom ed a dare fuoco alle tende già montate.
Una di quelle tende fu trascinata fino davanti al Municipio e da quel momento il tranquillo paese nel cuore del Parco Agricolo Sud Milano divenne un campo di battaglia con decine e decine di militari sempre presenti a dividere il presidio dei cittadini dal campo dei rom.
Nel frattempo un’indagine scientifica è stata portata avanti dalla PM Barbaini con intercettazioni telefoniche, ambientali, pedinamenti, l’uso dei RIS di Parma e molto altro. Si dovevano trovare i colpevoli per un tale affronto alle istituzioni: esecutori materiali e mandante.
Così una mattina Fusco ed altre 15 persone si sono ritrovate in casa i Carabinieri per una perquisizione ed al termine, senza trovare assolutamente niente, il Capogruppo leghista ed altre 8 persone si sono sentite chiamare a giudizio.
Mentre gli 8 presunti esecutori venivano rinviati a giudizio ed il processo è tuttora in corso, ogni tanto cade però qualche accusa costruita ad arte, ma non troppo, e se ne scagiona qualcuno, per il Fusco si aprivano le porte della libertà grazie al proscioglimento decretato dal Giudice milanese Alma con sentenza a cui il PM ricorse in Corte d’Appello, senza esito positivo, ed alla Corte di Cassazione dove, nonostante il parere contrario della Procura, il Giudice romano scelse di accogliere il ricorso e rimandare il Fusco dinanzi al Gip di Milano per un nuovo giudizio.
Ieri è stata messa la parola fine, definitivamente, sul caso da parte del Giudice Gennari che dopo poche decine di minuti di udienza, sentito il PM, l’Avvocato della Provincia costituitasi parte civile e l’Avvocato Norreri, difensore di fiducia di Fusco, ha deliberato il non luogo a procedere contro il Sindaco di Opera.
Un’avventura che da un iniezione di fiducia al neo Sindaco operese che ha commentato così: “finalmente è stata fatta giustizia, due anni fa gli operesi hanno sconfitto le istituzioni che volevano imporre un campo nomadi sotto le loro case ed io, che ho semplicemente lavorato per mantenere nell’alveo della legittimità la protesta popolare, sono stato assolto dalle accuse di chi voleva solo un colpevole cui dare qualche anno di carcere per spaventare il popolo”.

PER NON DIMENTICARE

SABATO 7 FEBBRAIO 2008 ORE 19
ZONA PRESIDIO AREA CIRCENSE
GRIGLIATA DEI PRESIDIANTI
IO C'ERO!

CENA DEL PRESIDIO

DOMENICA 30 NOVEMBRE ORE 20.30 TRATTORIA DA NICOLA A QUINTOSOLE.
PREGO CONFERMARSI VIA SMS AL 3481311083 OPPURE AD ALTRI PRESIDIANTI.

CENA DEL PRESIDIO

domenica 30 novembre 2008
alle ore 20.30
TRATTORIA DA NICOLA
QUINTOSOLE
confermare presenza
personalmente
o nei commenti

COMUNICATO STAMPA: La Magistratura perseguita il Sindaco Fusco.

Opera, 1 novembre 2008
Nel giorno dei Santi mi domando seriamente a quale io debba votarmi per vincere la persecuzione della Magistratura.
Sono stato prosciolto per non avere commesso il fatto, nel giorno di San Valentino dello scorso febbraio, da un Gup di Milano che ha scrupolosamente esaminato la montagna di prove che il PM Barbaini aveva cercato di montare a mio carico. Successivamente la mia gente ha dimostrato di amare il suo attuale primo cittadino ribaltando qualsiasi previsione elettorale ed assicurandomi lo scranno del Borgomastro. Quanto ancora devo aspettare per poter dimostrare la mia estraneità a qualsiasi accusa mossa nei miei confronti?
Forse devo aspettare l’arrivo dei Santi Innocenti, il 28 dicembre nel giorno del mio trentanovesimo compleanno, quando si ricordano i bambini che a Betlemme di Giuda furono uccisi dall’empio re Erode, perché insieme ad essi morisse il bambino Gesù che i Magi avevano adorato?
La sentenza del Gup milanese non era stata rovesciata dalla Corte d’Appello, che rigettò il ricorso del PM, ma che dovette inoltrarlo su richiesta dello stesso alla Corte di Cassazione.
La Corte romana invece, nonostante l’avvocato di Fusco l’Onorevole Matteo Brigandì avesse persuaso la Procura di Cassazione a chiedere la conferma dell’assoluzione, si è espressa nel giorno del Capodanno Celtico con il rinvio ad un Giudice di Milano per riesaminare l’intero caso e decidere se mandare a giudizio, e quindi processare, il Sindaco di Opera per un reato che sarebbe già troppo considerarlo d’opinione.
Il Sindaco Ettore Fusco apprende serenamente questa decisione che, visto il clima che si respira nelle aule dove si amministra la giustizia, non lo stupisce più di quanto fu meravigliato dal proscioglimento che arrivò nonostante la pressione mediatica sul Giudice milanese Marco Maria Alma.
Il fatto che la Procura della Cassazione, rappresentata da Mauro Iacoviello, avesse comunque dato ragione all’allora Consigliere Comunale della Lega Nord e che la stessa Corte abbia invece scelto l’incredibile strada dell’accoglimento del ricorso del PM è degno di nota poiché si presentano adesso scenari inquietanti:
Il caso di Fusco torna ad essere esaminato preliminarmente a Milano ed un altro Giudice potrà decidere nuovamente di non rinviarlo a giudizio. Cosa succederà a quel punto? Il PM potrà ricorrere un'altra volta per rimettere in circolo la macchina della magistratura fino a trovare un altro giudice finalmente disposto a perseguitare un cittadino già assolto da un magistrato e dal voto popolare che lo ha fatto salire sulla poltrona del primo cittadino nel suo paese? E quando finalmente Fusco sarà rinviato a giudizio, e quindi sottoposto alla gogna di un processo, per quale ragione il Cittadino di Opera non potrà ricorrere a quella sentenza? Quale giustizia amministrata nel nome del Popolo, e che si possa definire uguale per tutti, ha la sfacciataggine di considerarsi realmente equa a questo punto?
Ai posteri l’ardua sentenza ed al Ministro della Giustizia l’onere di provvedere affinché tali vessazioni non abbiano a ripetersi in futuro.
Ettore Fusco – Sindaco di Opera

CON UNA SENTENZA SHOCK ROMA DECIDE DI PUNIRE CHI ALZA LA TESTA!

ETTORE FUSCO AVRA' UN NUOVO PROCESSO, INVITO' CITTADINI AD OCCUPARE CAMPO NOMADI
Roma, 31 ott. (Adnkronos) - Ettore Fusco, il sindaco leghista di Opera, nell'hinterland milanese, dovrà essere riprocessato per istigazione a delinquere in relazione alla devastazione del campo rom di Opera, avvenuta il 21 dicembre del 2007. Lo ha disposto la Prima sezione penale della Cassazione che con la sentenza 40684 depositata oggi spiega il perchè, lo scorso 16 ottobre, ha annullato l'assoluzione accordata a Fusco, all'epoca dei fatti consigliere di opposizione della Lega Nord, dal gup di Milano lo scorso 14 febbraio. Fusco, durante una seduta consigliare, era intervenuto parlando alla folla esasperata, più di cento persone, che aveva invaso l'aula e li aveva invitati ad occupare la tendopoli realizzata dal comune per ospitare un campo nomadi. Successivamente si era pure affacciato dalla finestra del palazzo comunale e con un megafono aveva ribadito la necessità di spostare la protesta al campo nomadi.
La protesta era degenerata tanto che i manifestanti diedero alle fiamme le tende destinate ad accogliere i rom sfrattati pochi giorni prima dal campo di Via Ripamonti a Milano. Ne era scaturita una denuncia a Fusco per il reato previsto dall'art. 414 c.p., accusa dalla quale era stato assolto lo scorso 14 febbraio. Secondo il gup, Fusco non andava condannato perchè aveva semplicemente invitato gli operesi "a occupare il campo nomadi senza mai fare riferimento ad azioni violente e con lo scopo di tutelare gli interessi dei cittadini".Contro l'assoluzione, la Procura di Milano ha fatto ricorso con successo in Cassazione, sostenendo che "l'istigazione posta in essere da Fusco conteneva quel corredo di modalità concrete dell'azione che faceva trasmodare la manifestazione del pensiero nell'istigazione".
Piazza Cavour ha accolto il ricorso del pm e ha sottolineato che per fare scattare una condanna per istigazione a delinquere basta che "sia posta in essere in pubblico la propalazione di condotte che configurino precise azioni delittuose, con rappresentazioni di azioni concrete che possano indurre altri alla commissione di tali fatti". Un'analisi, ha precisato ancora la Cassazione rinviando il caso al gup di Milano, che "deve essere condotta in relazione alla situazione concreta per verificare quale forza persuasiva e suggestiva potevano avere le frasi pronunciate ai fini istigatori della condotta". La Procura della Cassazione, rappresentata da Mauro Iacoviello, aveva chiesto di confermare l'assoluzione all'attuale sindaco di Opera.
(Dav/Gs/Adnkronos) 31-OTT-08 16:22

14 FEBBRAIO 2008: NON RINVIATO A GIUDIZIO PERCHE' IL FATTO NON SUSSISTE

ETTORE FUSCO SCAGIONATO DALL'ACCUSA DI ISTIGAZIONE A DELINQUERE.
ADESSO TOCCA AGLI ALTRI AMICI AVERE LA STESSA SORTE.

11 FEBBRAIO 2007: E' FINITA. IL CAMPO NOMADI DI OPERA RESTA DESERTO

Oggi, nonostante tutti i giornali riportino già lo sgombero da ieri, i rom lasciano il campo durante la giornata. Nel pomeriggio finisce il trasloco dei nomadi che lasciano una montagna incredibile di rifiuti ed abbandonano Opera.
La Polizia che già ieri aveva imposto un parziale smantellamento del baldacchino dei presidianti oggi impone agli stessi di abbandonare l'area subito dopo che i rom se ne sono andati.
Arriva molta polizia in tenuta antisommossa per fare sfollare gli ultimi irriducibili che chiedono solo di restare un giorno in più, giusto per assicurarsi che smantellino le tende e se le portino via.
La Polizia non ci sente e, con molto nervosismo, intima lo sgombero minacciando la carica e l'arrivo di ulteriori rinforzi in tenuta antisommossa.
Incredibile ma vero, i cittadini sono minacciati dalla Polizia.
Non crediamo che questa sia comunque la volontà del Questore ma semplicemente la scelta di difendere gli operesi che sono a rischio di assalti da parte dei centri sociali che ieri si organizzavano per il ritorno.
Non a caso tutti i giornali oggi titolavano come se il tutto fosse già finito. Rom andati via e presidianti a casa a festeggiare. Lo stesso baldacchino parzialmente smontato serviva per fare credere che oramai fosse tutto finito.
I rom infatti non sono andati via ieri ma oggi ed il baldacchino era ancora su con la sola insegna mancante ed alcuni pezzi smontati.
Siamo certi che la Questura abbia agito nell'interesse degli operesi anche quando si è permessa di ordinare l'allontamento da quell'area minacciando un intervento con la forza dopo avere schierato alcune decine di militari in tenuta antisommossa.
Questo ci mancava... dopo essere stati vittime di tutte le istituzioni, dei mass media, delle Forze dell'Ordine, dei nomadi, ci mancavano i centri sociali.
In due giorni siamo stati, prima bersaglio mancato grazie all'intervento della Polizia che durante la manifestazione di ieri è riuscita a bloccare i tentativi di carica da parte dei leoncavallini ai danni dei presidianti, e poi in pericolo per l'annunciato ritorno con una spedizione punitiva di cui la Digos era certamente informata ed ha allertato la Questura.
Almeno questi estremisti di sinistra, guidati da chi li ha chiamati tra cui con tutta evidenza l'Assessore di rifondazione comunista Matteo Armelloni che ha sempre istigato i suoi all'odio nei confronti di noi "professionisti della paura" ed altre sciocchezze simili, e poi ancora il Consigliere regionale Muhlbauer, l'On. Farina, il Consigliere provinciale Patta, tutti di rifondazione comunista, hanno contribuito ad aumentare il livello di tensione sociale al punto tale da provocare la chiusura anticipata del campo nomadi sancendone con questo atto la sua illegittimità sul territorio operese.
La guerra è finita. Il popolo operese ha vinto dimostrando le proprie ragioni.
La campagna mediatica vergognosamente falsa, e contro la gente, è quanto di più raccapricciante ricorderanno i cittadini operesi. Tra le falsità del Sindaco, e di tutta la sua squadra, e le menzogne raccontate dai giornali, dai politici, dai preti e da tutti gli interessati a gestire qualche vantaggio legato ai nomadi, qui a Opera si è vissuta una delle peggiori pagine della storia della comunicazione.
COMUNICATO STAMPA DEL PRESIDIO:
COMUNICATO STAMPA
Opera, 10 febbraio 2007
Finalmente si è arrivati alla conclusione della vicenda del campo rom provvisorio ad Opera. Si tratta di una vittoria dei cittadini sull'arroganza dell'Amministrazione operese che ha offerto un area del nostro comune, in modo superficiale, con il rischio che il campo divenisse, come tutti gli altri campi provvisori, un altro Triboniano.
I cittadini operesi dopo quasi due mesi di presidio fisso, giorno e notte, hanno ottenuto il massimo risultato possibile: le istituzioni hanno mantenuto le promesse fatte a seguito della protesta iniziale degli operesi culminate nel famoso incendio del 21 dicembre.
Un gesto, quello delle tende bruciate, deplorevole che ha segnato l'intera collettività operese che, intorno a questo evento, si è unita nella ribellione alle istituzioni ed in particolare alla Giunta Comunale ed al Sindaco Ramazzotti rei di una fastidiosa quanto offensiva arroganza che li ha condannati a finire anticipatamente il mandato amministrativo con l'obbligo morale di rassegnare al più presto le dimissioni davanti ad una cittadinanza che si è mobilitata, nella sua totalità, contro la scelta del Sindaco di insediare il campo rom e contro il Sindaco stesso ed i suoi uomini che lo hanno voluto difendere attaccando, in modo ignobile, i consiglieri di opposizione Ettore Fusco e Pino Pozzoli di Lega ed AN che si sono invece schierati con i cittadini del presidio organizzandone la protesta, le manifestazioni e le assemblee pubbliche.
Oggi l'ultimo episodio di questo osceno teatrino di un comitato d'affari che a tutti i costi voleva tenere ad Opera il campo nomadi: la manifestazione dei favorevoli al campo, circa duecento tra militanti di rifondazione e persone dei centri sociali (solo una quindicina gli operesi) ha espresso una chiara linea politica delineatasi con lo sventolio di bandiere rosse, della pace e della CGIL.
Adesso non resta che prendere atto di questa vittoria e demandare alle prossime settimane la ricerca delle responsabilità politiche sull'operazione che ha avuto, come risvolto positivo, la capacità di unire un'intero paese, per quasi due mesi, in difesa del proprio territorio.

10 FEBBRAIO 2007: I CENTRI SOCIALI OCCUPANO OPERA ED I ROM TRASFERITI

Oggi era in programma la manifestazione dei presidianti rinviata a causa della prevista affluenza di "antirazzisti" dei centri sociali.
Quando la manifestazione dei no global volge al termine il Consigliere Ettore Fusco riceve una telefonata dalla Questura: "è ancora intenzionato a fare la manifestazione durante la settimana come avevamo concordato?" gli viene chiesto.
"Certamente" è la risposta secca.
Dopo non molto viene data la notizia alla radio che i rom saranno spostati da Opera già da oggi. Senza preavviso e con netto anticipo rispetto alla scadenza del 31 marzo.
E' evidente, visto quanto accaduto oggi, che lo spostamento è merito dell'invasione rossa che ha messo a repentaglio l'incolumità di inermi cittadini che manifestano per un loro sacrosanto diritto, essere padroni in casa propria, ed il tentativo di caricare insieme alle voci udite all'interno del corteo "torniamo stanotte e bruciamo il presidio" portano il Questore alla conclusione che il campo va rimosso immediatamente.
LA GIORNATA:
Sono circa trecento i manifestanti dei centri sociali che invadono Opera. In mano le bandiere rosse e quelle della CGIL che proprio due giorni fa è entrata nell'occhio del ciclone per le connessioni della stessa con le Brigate Rosse. Con loro una decina di militanti operesi di rifondazione comunista ed il Sindaco Alessandro Ramazzotti.
Testimoni giurano che appena partito il corteo, dalla parte opposta al percorso autorizzato dalla Questura, proprio Ramazzotti sia stato zittito ed invitato a non lamentarsi visto che quando si chiede aiuto ai centri sociali poi si paga il dazio dell'illegalità.
Dopo non molto infatti scappa via pure lui dal corteo che lascia scritte sui muri e danneggia quel che trova sul percorso.
I manifestanti rossi, dopo aver modificato il percorso programmato, si avvicinano più del previsto al presidio ed è proprio li che un folto gruppo tenta di staccarsi per "andare a radere al suolo il presidio e spazzare via i fascisti" come testimoniano alcuni presenti infiltrati per raccogliere testimonianze.
La polizia, presente in gran numero, riesce ad arginare ed evitare il contatto con i presidianti di guardia al loro fortino.
Ad un tratto dalla manifestazione rossa si staccano un gruppo di persone con in mano degli striscioni circondati e protetti dalla Polizia che si dirigono al presidio.
I presidianti restano composti nonostante sia chiara la provocatorietà del gesto che vogliono fare i dimostranti ed all'arrivo degli estremisti di sinistra, che manifestano contro gli operesi, si girano tutti dalla parte opposta. Quasi tutti.
Fusco ad esempio buca il cordone di Polizia e si avvicina alle persone che legano due striscioni accanto a quelli dei presidianti.
"VIA IL PRESIDIO" e "21/12/07 OPERA CHIEDE SCUSA AI ROM" sono i messaggi portati da persone non di Opera. Una di queste è l'ex capo del Leoncavallo oggi Onorevole Daniele Farina, un altro riconosciuto è Antonello Patta Consigliere Provinciale di rifondazione comunista.
Mentre Fusco scatta una foto ai due illustri personaggi sorridenti ai lati del manifesto in cui "solo loro" chiedono scusa parte un grido: "per la stampa, voi siete di Opera?".
L'Onorevole leoncavallino Farina fa cenno di si con il capo mentre il Segretario Provinciale di rifondazione comunista risponde proprio di si.
"Strano, non vi ho mai visti qui da noi" replica Fusco che a quel punto viene riconosciuto ed insultato dal gruppetto di nazisti rossi che accusano noi presidianti di essere xenofobi, razzisti, nazisti... le solite cose!
Quando alcuni agenti cercano di bloccare il Consigliere presidiante i funzionari di Polizia, democraticamente, li bloccano in quanto non si può permettere ai forestieri di affiggere simili infamie senza consentire una reazione politica a chi, rappresentante eletto dai suoi concittadini, si oppone ai provocatori, devastatori, nemici dell'ordine e dei cittadini operesi.
Finito lo show si tolgono di torno e tornano in mezzo al gruppo che viene fatto allontanare dalla parte opposta del paese e che può riprendere il cammino verso il disordine sociale.
Nel pomeriggio infatti i trecento partecipanti alla manifestazione sono attesi davanti al consolato USA di Milano per manifestare contro l'allargamento della base Nato di Vicenza.
DAI GIORNALI:

DOPO OLTRE UN MESE DI BATTAGLIA
A Opera vincono i cittadini: i rom se ne vanno
Smantellato il campo nomadi. Il Carroccio: «La gente non si è piegata di fronte a una decisione assurda»
FABIO BROCHETTI tratto da la Padania.
Il campo nomadi di Opera è da ieri solo un ricordo: tutti i rom che occupavano la tendopoli dal 21 dicembre scorso se ne sono andati. Qualcuno andrà in strutture messe a disposizione dalla Provincia di Milano sul territorio dell’area metropolitana, altri invece rientreranno in Romania. Da ieri quindi il campo è disabitato e domani sarà smantellato definitivamente.Gli operesi possono ringraziare ancora una volta la Lega Nord ed il suo rappresentante consiliare Ettore Fusco che dal 21 dicembre, con un presidio continuativo in prossimità del campo nomadi allestito dalla giunta, ha saputo quotidianamente tenere alta la tensione sulla situazione di illegalità che si stava perpetrando ai danni dei cittadini.La situazione, fin dal 21 marzo era stata tesa, un incendio spontaneo di cittadini imbufaliti contrari al campo nomadi, aveva distrutto le tende allestite per il campo, il giorno dopo, i soliti insulti da parte dei benpensanti verso i cittadini di opera del comitato contrario al campo e ai militanti leghisti presenti al presidio. Per oltre un mese, è stato scritto e detto di tutto, le accuse di xenofobia e razzismo piovute addosso ai leghisti erano all’ordine del giorno. Ma la forza e la determinazione ha prevalso, numerosi sono stati gli interventi di solidarietà e partecipazione da parte degli esponenti del movimento che più volte, si sono recati a Opera, all’aperto e al freddo per stare in mezzo alla gente: L’europarlamentare Mario Borghezio, l’assessore regionale Davide Boni, il consigliere regionale Fabrizio Cecchetti e il consigliere comunale Matteo Salvini, hanno portato il loro valido contributo che ha permesso agli operesi di vincere la battaglia dedicata alla libertà di riappropriarsi della propria terra. Ieri, i rappresentanti della sinistra antagonista e di Rifondazione Comunista, avevano manifestato contro il razzismo dei presidianti che avevano la grave colpa di difendere il proprio territorio da una settantina di rom. Nel pomeriggio, i rom, hanno inviato una lettera alle istituzioni con la quale esprimevano un forte disagio e preoccupazione per le continue tensioni e pressioni a cui, erano sottoposti da parte delle varie fazioni politiche. Le istituzioni, hanno deciso così di imprimere un’accelerata al Piano di uscita dall’emergenza. La prima fase del piano prevede l’ospitalità in strutture messe a disposizione dalla Provincia di Milano sul territorio dell'area metropolitana e il rientro in Romania di dieci uomini che lavoreranno all’asfaltatura delle strade del villaggio di Salcutsa, loro località di provenienza. Domani la tendopoli sarà definitivamente cancellata e le famiglie ancora in procinto di sistemarsi, saranno ospitate presso il “Villaggio solidale” allestito al Ceas . Per Borghezio, si è trattato di una vittoria schiacciante: «È un grande risultato della gente, che grazie al nostro appoggio, non ha mai mollato e non si è piegata di fronte alla decisione demenziale che è stata presa da chi amministra Opera che così facendo ha tradito la fiducia dei propri cittadini. Questo risultato - prosegue Borghezio -, ci fa capire che chi l’ha dura la vince, i nostri patrioti padani, si sono battuti con determinazione e hanno vinto». Per l’assessore Boni invece: «Il merito di questa vittoria va dato ai cittadini del comitato e al nostro consigliere Fusco che è sempre rimasto al presidio in qualsiasi condizione atmosferica, finalmente i cittadini, hanno avuto ragione di una decisione fuori da ogni logica. Speriamo che ogni volta che c’è un campo nomadi, venga ancora il consigliere regionale di Rifondazione Muhlbauer così li fa partire subito visto che ieri, la sua presenza è stata di buon auspicio». Per Marco Rondini, segretario provinciale della Martesana: «Si è finalmente conclusa una vicenda che ha reso evidente il modo di intendere la democrazia da parte della sinistra, vale a dire imponendo le proprie decisioni senza considerare le necessità dei cittadini». Il consigliere Fusco, accoglie la notizia con un sospiro di sollievo: «È una vittoria sull’arroganza dell’amministrazione operese che ha offerto un area in modo superficiale, col rischio che il campo divenisse, come tutti gli altri campi provvisori, un altro Triboniano. Adesso non resta che prendere atto di questa vittoria e demandare alle prossime settimane la ricerca delle responsabilità politiche sull’operazione che ha avuto, come risvolto positivo, la capacità di unire un’intero paese per quasi due mesi in difesa del proprio territorio».
[Data pubblicazione: 11/02/2007]

la Repubblica 11 FEBBRAIO
Don Colmegna trasferisce le famiglie romene al Parco Lambro. I presidi dei contestatori: abbiamo vinto, la città era con noi
I 77 nomadi: "Stanchi di insulti e tensioni, ce ne andiamo"
Con una lettera aperta in cui raccontano di essere spaventati e offesi, i rom della tendopoli di Opera se ne vanno. Lasciano dopo un mese e mezzo di manifestazioni e di presidi fuori dall´accampamento voluto dal prefetto e dalle altre istituzioni. «Troppa ostilità, chiediamo rispetto perché siamo persone come le altre». Con l´accordo dei Comuni di Opera e di Milano, oltre che della Provincia, si trasferiscono all´interno del parco Lambro di Milano, dove saranno ospiti in un centro di recupero di don Virginio Colmegna. Le tende saranno smontate lunedì.
Addio dei rom al campo di Opera
di ZITA DAZZI
Vincono i contestatori, la tendopoli chiude in anticipoPenati: chiedo al prefetto di garantire che tutto questo non si ripeta piùLettera aperta dei romeni "Stanchi e offesi, i nostri figli sono impauriti"Don Colmegna porta i 77 nomadi nella struttura Caritas del parco Lambro
Le tende resteranno fino a domani mattina, ma già da ieri notte le 30 famiglie rom ospitate dalla fine di dicembre sono andate via da Opera. Dopo un mese e mezzo di manifestazioni e proteste, i 77 nomadi ieri mattina hanno per l´ultima volta superato il cordone di polizia che li ha difesi nelle settimane passate dalle minacce e dagli insulti di un gruppo di cittadini del posto, contrari fin dall´inizio all´insediamento degli zingari deciso dalla prefettura d´accordo col Comune di Opera. D´accordo con il Comune e la Provincia di Milano, don Virginio Colmegna ha deciso di ospitare il gruppo di romeni al Ceas, una sua comunità di recupero per tossicodipendenti e pazienti psichici, che sta dentro al parco Lambro.Nel centro - dove già abitano e lavorano da due anni altri 70 rom sgomberati da via Capo Rizzuto - sono arrivate ieri le prime roulotte e i camper messi a disposizione da Mariolina Moioli e Francesca Corso, gli assessori di Palazzo Marino e Palazzo Isimbardi che hanno seguito la questione dall´inizio. «È una soluzione temporanea scelta perché le famiglie rom umanamente non ce la facevano più a sopportare l´ostilità e la violenza con cui sono stati accolti dal gruppetto di manifestanti che assediava la tendopoli», dice don Colmegna, dopo aver portato nella sua Casa della carità i romeni in fuga da Opera. I nomadi hanno spiegato in una lettera aperta la loro scelta: «Ci sentiamo offesi, i nostri bambini hanno paura, siamo stanchi. Non potevamo nemmeno uscire dalle tende per gli insulti e le minacce. Ringraziamo il sindaco Ramazzotti, il parroco don Renato, quei cittadini che ci hanno mostrato solidarietà».È l´atto finale di una vicenda che dura dalla metà del dicembre scorso, quando fu sgomberato un insediamento abusivo in via Ripamonti. Appena fu annunciata la realizzazione della tendopoli a Opera, cominciò la protesta. Al termine di un corteo notturno, furono incendiate tutte le tende montate dalla protezione civile per affrontare quella che il sindaco di Opera Alessandro Ramazzotti aveva definito «emergenza umanitaria».Il prefetto Gian Valerio Lombardi aveva preso l´impegno di trovare una sistemazione alternativa ai 77 rom entro la fine di marzo. «Ma siccome ad oggi è ancora tutto fermo - dice Colmegna - portiamo le famiglie al sicuro». Il presidente della Provincia Filippo Penati chiede al prefetto di «garantire che non si ripetano le scene viste in queste settimane, con i volontari fatti oggetto di minacce e invettive da un presidio troppo a lungo lasciato libero, e diventato così la più grande fonte di insicurezza» e di «individuare e punire i responsabili del vile gesto di incendiare le tende del campo». Il sindaco di Opera Ramazzotti, dispiaciuto dell´esito della vicenda, ringrazia Colmegna e definisce la sua città una «comunità frastornata, divisa e ferita».
Don Colmegna: abbiamo cercato il dialogo, ma il clima è peggiorato"Stufi di tensioni e insulti ma la nostra non è una fuga" di ZITA DAZZI
I nomadi Sono gente civile, ci sono 37 bambini che vanno a scuolala paura Lanci di petardi e cartelli razzisti Ora i rom hanno paura
Ce ne andiamo da Opera perché siamo stufi di subire l´ostilità, la violenza e l´arroganza di chi presidia il campo e ogni giorno, più volte al giorno, copre di insulti noi volontari e i rom che vivono nelle tende».
Che fa, don Virginio Colmegna, presidente della Casa della carità, si arrende di fronte alla protesta di alcune decine di cittadini di Opera?
«La nostra non è una fuga davanti alla Lega e ai cittadini del presidio. Semplicemente, ci sottraiamo all´intolleranza di chi se la prende con persone deboli, donne, bambini, gente senza tetto che chiedeva solo ospitalità».
Così il presidio ha raggiunto il suo obiettivo. La tendopoli viene smontata prima del 31 marzo, la data prevista dal prefetto.
«I rom sono lì da oltre un mese e il clima continua a peggiorare. Il campo è circondato dalla polizia, si deve entrare e uscire sotto scorta per evitare aggressioni. Ci sono state manifestazioni continue, lancio di petardi, cartelli insultanti, volantini razzisti, annunci di nuove manifestazioni. Le famiglie hanno paura».
Il vostro gesto legittimerà chiunque in futuro scenderà in strada per bloccare campi nomadi, centri per immigrati e strutture simili.
«Anche a me spiace. Abbiamo cercato di trovare spazi di dialogo con chi protesta, ma a questo punto non c´era alternativa. Le famiglie rom ci chiedono serenità e noi cerchiamo di andare incontro alle loro richieste. Loro hanno dimostrato di essere persone serie, pazienti, disponibili».
Al presidio dicevano che i rom sono tutti ladri.
«Stiamo parlando di 70 persone, gente civile che ha accettato di dormire in tenda, nonostante il freddo, con 37 bambini, fra cui molti neonati. Hanno sopportato per un mese e mezzo violenze verbali e psicologiche inaccettabili. Adesso umanamente non ce la fanno più, hanno paura per i loro figli. Si tratta di una soluzione temporanea, ma al parco Lambro troveranno un altro clima, potranno muoversi senza la scorta della polizia, potranno progettare il loro futuro».
Che cosa pensano di fare?
«Tutti loro cercano stabilità. Dieci famiglie torneranno in Romania, a Salcuta, per il piano di asfaltatura del paese. Chi resterà in Italia andrà a lavorare, cercherà un´abitazione vera. I bambini sono già tutti iscritti a scuola».
Il leghista Fusco, leader della protesta: delusi da sindaco e Chiesa"Tutta la città era con noi per questo abbiamo vinto" di ORIANA LISO
I tempi Saremmo rimasti qui a oltranza, per difendere la legalitài furti Da quando sono arrivati loro sono aumentati i reati
È naturale che siamo tutti soddisfatti per questa vittoria. E quando dico tutti, intendo tutti i cittadini di Opera». A sera Ettore Fusco, consigliere comunale della Lega e front man della protesta contro il campo nomadi, tira - e non metaforicamente - un sospiro di sollievo.
Signor Fusco, come ha accolto la decisione di don Colmegna?
«Ci avevano prospettato tre mesi di battaglia, siamo stati impegnati col presidio per un mese e mezzo: ci è andata bene. Ma, intendiamoci: noi avremmo continuato a oltranza».
In questo periodo non ha mai avuto dubbi sulla bontà della vostra causa?
«Ne hanno dette di tutti i colori su di noi. Che siamo razzisti, xenofobi, fascisti. La verità è che abbiamo fatto una battaglia per la legalità, per farla rispettare da tutti, istituzioni e nomadi».
Non era una garanzia la presenza di una personalità autorevole come don Colmegna?
«In questa storia la prima istituzione in cui abbiamo smesso di credere è stata proprio la Chiesa. O meglio, alcuni suoi uomini: don Colmegna, ma anche il nostro parroco e i volontari del campo. Dopo loro, viene l´amministrazione comunale e il nostro sindaco. La sua arroganza è inaccettabile. Contro questo abbiamo combattuto e contro il business che qualcuno ha creato, non contro i nomadi».
I bambini del campo avevano problemi a raggiungere la scuola.
«Falsità belle e buone. Sono loro, i nomadi, che utilizzavano i bambini per attività che non credo fossero lecite. E poi in questo periodo, nella zona, sono aumentati i furti e nel centro commerciale sono stati arrestati alcuni nomadi».
Provenivano dal campo di Opera?
«Questo non lo so, la polizia non ce lo viene mica a dire. Noi non ce l´abbiamo con loro. Alcuni si fermavano anche a chiacchierare con noi. Poi, però, non è vero che gli uomini andavano tutti a lavorare: c´era chi passava tutto il giorno al campo o in giro. Naturale che a noi non facesse piacere».
Fusco, ma lei che cosa intende con "noi"? Noi del comitato o noi di Opera?«Quello che dice il sindaco, che la comunità operese è spaccata, è una balla. Quelli che hanno manifestato a favore del campo nomadi non sono di qui, arrivavano da Milano. La cittadinanza è sempre stata dalla nostra parte».
OPERA, I ROM LASCIANO LA TENDOPOLI
Don Colmegna: sono stati traditi
Corriere della Sera di Paolo Foschini
I 70 nomadi ospitati nel centro di Parco Lambro.
Il presidente Penati: così vince l'intolleranza
La faccia di quel che è successo, alla fine, è quella di una giovane volontaria che piange e che, come tanti altri ragazzi di Opera, in quella scommessa sui rom della tendopoli aveva creduto davvero: «Che tristezza. È una vergogna che sia finita così. Scusateci».
Perché la fine è che i 70 rom della discordia, quelli cui qualcuno aveva bruciato le tende a Natale, quelli contro il cui insediamento Lega e An avevano allestito da oltre un mese un presidio fisso, con tanto di baracchino-bar abusivo almeno quanto una tettoia zingara, quei rom salutano e se ne vanno: «Non ce la facciamo più e i nostri bambini — hanno scritto a prefetto e autorità varie — hanno paura». Stanchi di quel «presidio di gente che non ci vuole». E stremati anche da quell'altro presidio, quello della «polizia che dovrebbe garantire la nostra sicurezza e invece continua a far emergere solo una brutta immagine di noi». Sintetizzano: «Siamo persone come tutti, non andiamo a rubare, i nostri figli vanno a scuola, molti anche a Opera ora lo possono dire. Ma non abbiamo neanche più il coraggio di uscire dal campo dopo le 17 per prendere da mangiare». Per questo, concludono, «non resteremo neanche un'ora di più». Morale: donne e bambini, da ieri, se li è ripresi don Virginio Colmegna, che con la sua Casa della Carità ha attrezzato in meno di un giorno a suon di camper e roulotte un pezzo del Ceas, il «villaggio solidale» del Parco Lambro che già da tempo ospita altri emarginati vari, un po' rom, un po' malati psichici, un po' malati d'altro. Gli uomini del gruppo li raggiungeranno tra oggi e domani, quando «la tendopoli di Opera sarà comunque dismessa: la mia rabbia — commenta don Virginio — è che questa gente aveva accettato un patto e l'ha rispettato. Finora è la loro fiducia ad essere stata tradita. Non quella di chi, davanti alle loro tende, per un mese li ha solo umiliati e offesi».
È vero che lo sfogo del presidente della Casa della Carità ha incontrato la solidarietà immediata della Provincia nonché dei Comuni di Opera e Milano, fornitori peraltro delle roulotte e dei camper in cui i rom andranno a vivere ora. Sempre in via provvisoria, perché questo resta l'obiettivo: infatti Comuni, Provincia e Casa della Carità «rinnovano l'appello al prefetto per definire la completa realizzazione del piano messo a punto in prefettura il 19 gennaio». Ed è ancora la prefettura che il presidente della provincia Filippo Penati chiama in causa senza citarla, insieme col governo, nel rivendicare il «rispetto delle regole per tutti»: «Chiederemo al governo di partecipare al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. Il rispetto della legalità riguarda i rom, ma anche chi è preposto all'ordine pubblico dovrà impedire che si ripetano le scene di queste settimane, con i volontari fatti oggetto di minacce e invettive da un presidio troppo a lungo lasciato libero e diventato così la maggior fonte di insicurezza».
COMUNICATO STAMPA DEL PRESIDIO:
COMUNICATO STAMPA: MANIFESTAZIONE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA DEL 10/02/08
Opera, 10 febbraio 2007I
Cittadini del Presidio, che oggi sono stati costretti a rinunciare all'assemblea pubblica davanti al comune a seguito delle notizie relative la presenza dei centri sociali milanesi organizzati dalla segreteria provinciale di rifondazione comunista, rilevano l'ennesima caduta di gusto del Sindaco operese Alessandro Ramazzotti che ha reso possibile l'intevento ad Opera dei leoncavallini e dei militanti di tutta la provincia di milano del partito della rifondazione comunista. All'evento, organizzato dall'estrema sinistra, hanno partecipato circa quindici cittadini operesi militanti di RC ed altri duecento provenienti dal resto della provincia. Al termine del corteo, dove sindacalisti ed estremisti di sinistra, insieme ai leoncavallini, sventolavano bandiere rosse e della pace, una delegazione ha potuto raggiungere la sede del presidio dei cittadini operesi per la tutela della legalità sul territorio. La delegazione di quattro persone ha potuto così esporre, nell'indifferenza dei molti presidianti che voltavano le spalle nel più totale silenzio, due striscioni accanto a quelli già esposti dagli operesi del presidio.Uno dei due, recante la scritta: "21/12/06 OPERA CHIEDE SCUSA AI ROM" è stato esposto dall'On. Farina, ex capo indiscusso del Leoncavallo oggi parlamentare italiano e dal Segretario Provinciale di rifondazione comunista Patta. I due, mai stati ad Opera, rispondendo alla domanda di un presidiante riuscito a superare il cordone della Polizia hanno dichiarato, invece, di essere operesi.Abbiamo constatato, oggi più che mai, chi tutela i cittadini e chi invece privilegia i propri interessi mettendo a rischio anche la quiete cittadina turbata dall'arrivo di tanti personaggi che, all'interno del corteo, imbrattavano i muri e nervosamente, con il prurito alle mani, si chiedevano cosa fossero stati chiamati a fare se non si potevano raggiungere "i nemici".Da questa lezione possiamo trarre una sola considerazione: la sinistra, con la benedizione del Sindaco e del Parroco, ha strumentalizzato tutta la vicenda cercando di minimizzare la protesta cittadina bollata come iniziativa illegittima del centrodestra ed ha ottenuto come unico risultato che, oggi, risulta evidente la posizione del centrodestra, favorevole alla legalità e, quindi, non ad un campo nomadi ad Opera e la posizione del centrosinistra assolutamente a favore di ogni situazione di illegalità quale l'insediamento di un campo, inizialmente provvisorio come tutti gli altri, che col tempo diventerà definitivo proprio se i cittadini dovessero sciogliere il presidio. Per questa ragione, ogni giorno, il Sindaco trova un pretesto per dichiarare illegittimo il presidio e chiederne al Prefetto la rimozione.I cittadini del presidio annunciano sin da oggi che la risposta a questo ennesimo affronto alla popolazione operese, da parte di un partito della sinistra sostenuto dal Sindaco Ramazzotti, giungerà, presumibilmente, domenica 18 febbraio alle ore 10 con un presidio davanti al Municipio di Opera.

9 FEBBRAIO 2007: LA PROVINCIA CONTRO IL PRESIDIO. SI RIMANDA LA MANIFESTAZIONE DI DOMANI PER LA PRESENZA DEI CENTRI SOCIALI A OPERA

Con un comunicato stampa la Provincia di Milano diffonde la notizia dell'approvazione di una mozione del centrosinistra votata anche da Forza Italia e UDC.
Si tratta di una strumentale solidarietà al Sindaco Ramazzotti ed alla criminalizzazione di quei politici schierati dalla parte dei cittadini.
E' naturale che la sinistra concepisca documenti simili, del resto ieri son giunti fino al Parlamento Nazionale con un'amenità simile, ma che siano votati anche da chi non ha il coraggio di rappresentare le idee ed i sentimenti popolari, pur rappresentandone le istanze nelle istituzioni, è proprio una vergogna.
Forza Italia e UDC, per timore di essere considerati tra i razzisti e xenofobi da condannare, condannano a loro volta i consiglieri Fusco e Pozzoli di Lega e AN a cui poco velatamente si riferisce la mozione.
I rappresentanti del Carroccio e del movimento di Fini escono invece dall'aula o votano contro il documento prodotto dalla sinistra in Provincia.
IL COMUNICATO STAMPA DELLA PROVINCIA:
OPERA: dal Consiglio Provinciale solidarietà a Ramazzotti e condanna a intimidazioni razziste.
Foglia, impegno bipartisan importante.
“Piena solidarietà al sindaco Alessandro Ramazzotti” e “condanna di ogni forma di intimidazione di impronta xenofoba e razzista specie se fomentata” da esponenti politici. Così sulla vicenda rom di Opera è tornato a esprimersi il consiglio provinciale, che ha approvato ieri un ordine del giorno urgente passato con i voti di Unione, Forza Italia e Udc (Lega assente, An contraria).
Nel documento, presentato dal centrosinistra, si sottolinea che “in occasione dell’emergenza verificatasi nel periodo natalizio in seguito allo sgombero del campo nomadi di via Ripamonti a Milano, l’amministrazione comunale milanese e la Provincia, con il supporto della Casa della Carità, hanno ricercato una soluzione condivisa, sperimentando per la prima volta una forma di collaborazione istituzionale”. Considerato che “il Comune di Opera si è fatto carico della parte più gravosa dell’accoglienza provvisoria dei rom”, si legge nell’ordine del giorno, il consiglio provinciale, pur “nel rispetto del diritto dei cittadini di manifestare civilmente il proprio dissenso, condanna ogni forma di intimidazione di impronta xenofoba e razzista, specie se fomentata da alcuni esponenti politici nei confronti dei rappresentanti dell’amministrazione comunale, delle associazioni, dei cittadini e della parrocchia”. Inoltre nel documento si esprime “piena solidarietà all’amministrazione comunale e al sindaco di Opera, ribadendo il massimo appoggio e l’apprezzamento per il lavoro fin qui svolto da quella amministrazione così come dal comune di Milano”.
Il capogruppo dei Ds in Provincia, Giuseppe Foglia, parla di “un impegno bipartisan importante, nel solco di un coordinamento comune tra istituzioni, sempre auspicabile di fronte alle questioni di grande rilevanza”.
Milano, 9 febbraio 2006
INTANDO SUL FRONTE DEL PRESIDIO:
Ettore Fusco è costretto a rinviare la manifestazione in programma domani mattina davanti al Comune. Dopo ore trascorse in Questura a cercare di ottenere la non autorizzazione di un corteo dei centri sociali in paese, contemporaneo alla manifestazione per dire no al campo nomadi, il Presidio rinuncia alla sua dimostrazione a cui aveva invitato, anche se non sarebbe venuto come nelle precedenti occasioni, il Sindaco Ramazzotti.
La scelta è tra mandare al macello un migliaio di operesi che troveranno due/trecento teppisti provenienti dai centri sociali di mezza Padania (al pomeriggio è in programma un sit-in davanti al consolato USA ed il tam tam degli estremisti invita a fare una "tappa a Opera per eliminare i fascisti, xenofobi dalla faccia della terra") oppure rinunciare al braccio di ferro e rinviare la manifestazione pacifica dei cittadini.
Questa volta la Questura assicura che ci saranno gli estremisti e che la giornata sarà calda.
Non essendoci la sinistra operese ma gente senza scrupoli che vive ai margini della società, assoldata proprio da quella sinistra che le mani non se le sporca ma utilizza i centri sociali per i lavori pesanti, il Presidio cede.
La manifestazione è rimandata ma il Questore promette che il giorno in cui si farà il corteo dei cittadini sarà vietato l'ingresso a Opera dei delinquenti con le bandiere rosse.
Un conto è vedere Liguori, Borghi, Armelloni, la Laura, Don Renato ed altre dieci persone interessate alla gestione del campo... un altro è il vandalismo e l'uso della violenza dei nazisti rossi provenienti da lontano non conosciuti e mai puniti per le devastazioni di cui si rendono protagonisti.
IL COMUNICATO STAMPA DEL PRESIDIO:
9 febbraio 2007
La manifestazione in programma sabato 10 febbraio 2007 consistente in assemblea pubblica davanti al comune di Opera e successivo corteo fino all'area circense, sede del campo nomadi provvisorio, è stata annullata dagli organizzatori e rinviata a data da destinarsi.
La decisione dopo il vertice con la Questura che ha informato i Cittadini del Presidio del controcorteo organizzato dalla sinistra operese. Al controcorteo in questione parteciperebbero infatti esclusivamente i pochissimi militanti operesi di rifondazione comunista ed esponenti dei centri sociali di Milano.
I pacifici cittadini operesi del Presidio rinunciano pertanto a contribuire alle tensioni che il movimento antipresidio, a favore quindi del campo nomadi e del sindaco, sta creando nel nostro paese e sperano che la manifestazione dei centri sociali di domani non causi problemi ai cittadini operesi ed ai beni pubblici e privati degli stessi.
Naturalmente non possiamo non rimarcare la nostra indignazione per quanto siamo stati costretti a fare negli interessi dei cittadini. Rimunciare ad una Assemblea Pubblica per tutelare i cittadini minacciati dai Centri Sociali e da amministratori di sinistra del nostro stesso paese. Una sconfitta per la democrazia e la libertà che lascia senza fiato.
Il presidio rimane comunque attivo fino al 31 marzo all'area circense per tutelare il diritto dei cittadini a manifestare liberamente le proprie idee.

8 FEBBRAIO 2007: NEL CINQUANTESIMO GIORNO DI PRESIDIO RIFONDAZIONE COMUNISTA PORTA OPERA IN PARLAMENTO

Nel giorno in cui i presidianti celebrano i primi 50 giorni di picchetto, all'area circense, alcuni parlamentari dell'estrema sinistra che forse hanno abbandonato la tutela dei lavoratori per passare al sostegno alle categorie (i rom ad esempio) che danno lavoro alle cooperative sociali ed ai militanti di rifondazione comunista, presentano un'interrogazione parlamentare.
Mentre gli operesi trascorrono una giornata tranquilla ed una serata affollatissima per la FESTA DELLA SALAMELLA che segna la fine dei primi cinquanta giorni di sacrificio dei cittadini, qualcuno come al solito lavora contro di noi... e sono sempre gli estremisti. Oltre al Sindaco ovviamente.
Sui fatti di Opera
giovedì 8 febbraio 2007.
I sottoscritti Deputati interrogano il Ministro degli Interni
Per sapere, premesso che:
* nella serata tra il 21 ed 22 dicembre 2006 una manifestazione organizzata contro l’insediamento temporaneo di alcune famiglie rom nel territorio del Comune di Opera ha impedito, con la forza, lo svolgimento del Consiglio Comunale e si è conclusa con l’incendio e il danneggiamento delle strutture allestite.
* L’urgenza della localizzazione provvisoria si è manifestata a seguito serata del 14 dicembre 2006 fa eseguire uno sgombero forzato di un campo sito in via Ripamonti nella periferia sud di Milano sul quale da tempo insiste un progetto di inserimento sociale della Casa della Carità, struttura di volontariato per l’integrazione sociale.
* A seguito di tale sgombero è stato fatta richiesta al comune di Opera di accogliere momentaneamente, fino al 31 marzo 2007, entro i propri confini le famiglie che altrimenti non avrebbero trovato nessuna collocazione per passare l’inverno.
* Il giorno 21 dicembre 2006 presso la Prefettura di Milano è stato siglato un protocollo di intesa tra Prefettura, Provincia di Milano, Comune di Milano e Comune di Opera affinché, come indicato, venisse dato temporaneo rifugio ai cittadini romeni sgomberati, e successivamente fosse individuata un’area fuori dai confini del Comune di Opera più idonea per una sistemazione definitiva.
* Dal giorno 23 dicembre 2006 insiste un presidio abusivo permanente, tutt’ora “operante”, di fronte all’unica entrata del campo, presto ricostruito, creando un clima di tensione e di intimidazione nei confronti delle famiglie rom presenti nella struttura e nei confronti degli operatori e dei volontari che in esso operano mediante grida, insulti ed aggressioni fisiche dirette.
* A dette manifestazione hanno costantemente partecipato esponenti e rappresentanti istituzionali di partiti del centrodestra
* Sono annunciate nel prossimo futuro analoghe manifestazioni
quali atti ufficiali sono stati compiuti dalla Prefettura di Milano e dall’autorità di Pubblica sicurezza nelle circostanze dei fatti intercorsi nei giorni 22 e 23 dicembre 2006 e quali misure di tutela siano state predisposte per tutelare quella parte della cittadinanza che quotidianamente si dirige nella stessa area per portare solidarietà alle famiglie romene oggetto di quotidiani insulti e minacce da parte di un ristrettissimo gruppo di soggetti che compone il presidio abusivo posto come ostacolo all’unica entrata del campo;
quali misure siano state adottate e quali eventualmente si intendano altresì predisporre perché venga garantito il buon esito del protocollo di intesa firmato in Prefettura il 21 dicembre 2006 tra gli enti locali e la Prefettura e quali misure per garantire nel frattempo il libero e sereno accesso alla struttura d’accoglienza temporanea per le famiglie rom a tutti coloro che vi operano o vi vivono all’interno;
se risponda al vero, in base alle informazioni in possesso del Ministro, la presenza all’interno dello stesso presidio e delle annunciate iniziative di noti esponenti dell’estremismo di destra più volte coinvolti in fatti criminosi di matrice razzista.
Daniele Farina, Augusto Rocchi, Graziella Mascia, Ezio Locatelli (rifondazione comunista).

7 FEBBRAIO 2007: FUSCO INVITA RAMAZZOTTI

Nei giorni che precedono la grande manifestazione in programma sabato 10 davanti al Comune c'è la pressante richiesta di Ettore Fusco che invita il Sindaco Alessandro Ramazzotti a prendere parte a quella manifestazione avendo così modo di rapportarsi ai suoi cittadini.
Il Sindaco dal canto suo alimenta solo tensioni e si fa largo la voce che il dieci, come ad ogni manifestazione sin qui organizzata, giungano i centri sociali a mettere a ferro e fuoco il paese.
Di solito poi non vengono, anche se questa volta la Questura mette sotto pressione il rappresentante dei presidianti cercando di non fargli fare la manifestazione, e quindi si procede nell'organizzazione dell'evento.
Fusco passa più tempo a trattare con la Questura che non al proprio lavoro, forse è una delle tante tattiche adottate per sfinire i presidianti.
Ma gli operesi resistono...
LETTERA APERTA AL SINDACO DI OPERA
Illustre Signor Sindaco,
Vorrei invitarla, con la presente, a prendere parte alla pubblica assemblea che i cittadini del presidio hanno organizzato per sabato 10 febbraio 2007 alle ore 10.00 proprio davanti al suo ufficio del Municipio di Opera in Via Dante, 12.
Come può constatare questo invito le giunge da un Gruppo Consiliare, quello della Lega Nord, che si è apertamente schierato con i cittadini che chiedono semplicemente il rispetto delle leggi ed un livello di sicurezza e legalità consono ad un Paese quale il nostro.
Voglia quindi non strumentalizzare anche questa occasione, come tutte le precedenti alle quali non ha partecipato, ricordando che i consiglieri comunali sono rappresentanti dei cittadini e che, in nome e per conto loro, agiscono nelle sedi istituzionali anche organizzando momenti di incontro.
Il suo costante tentativo di demonizzare i consiglieri Ettore Fusco e Pino Pozzoli, descrivendoli quali fomentatori di odio, ecc, ecc, appare come un’istigazione verso i cittadini ad agire al di fuori degli schemi. Cittadini che, di fatto, già in occasione dei noti disordini del 21 dicembre sono stati spinti a compiere quel deplorevole gesto all’interno dell’area circense proprio in seguito all’arroganza sua, Sindaco Alessandro Ramazzotti, e del suo vice Antonio Liguori che, anziché interpretare la protesta dei cittadini cercando di riportarla in un alveo di dialogo produttivo e, sicuramente, di reciproca comprensione, siete stati alquanto violenti nel non accettare minimamente l’ipotesi di dover ascoltare i vostri concittadini accorsi numerosi al Consiglio Comunale.
Altri consiglieri invece lo hanno fatto; quelli che lei ha invitato ad isolare in quanto fomentatori di odio, quelli che lei ha descritto uomini che strumentalizzano le paure della gente per fare carriera politica in provincia o regione.
Lei invece, Sindaco Ramazzotti, con tutti i suoi comunicati stampa e manifesti con cui tappezza Opera, ha sempre cercato di delegittimare l’operato dell’opposizione che ha affiancato la protesta, opposizione (quella di Lega ed AN) che ha aiutato, invece, i cittadini a rispettare le regole democratiche della protesta organizzando assemblee pubbliche, manifestazioni, momenti di aggregazione per i presidianti che, non lo dimentichi Signor Sindaco, sono da cinquanta giorni esposti al freddo ed alle intemperie per difendere qualcosa che loro ritengono sia fuori dalla competenza di un Sindaco a fine mandato: il proprio futuro, la sicurezza, la legalità e la dignità di uomo che lei, ci spiace doverlo constatare, a ripetutamente cercato di calpestargli.
Persino sui wc da cantiere installati dai presidianti, per i presidianti ed eventualmente le forze dell’ordine, ha saputo fare la sua ennesima brutta figura: li ha definiti intollerabili e vergognosi poiché del resto, dice lei, all’interno del campo nomadi sono già stati allestiti i servizi igienici! Lei con questa sua arroganza ha praticamente considerato quei cittadini operesi, e certamente ne ha visti almeno mille sfilare per le strade di Opera in occasione dell’ultimo corteo, dei cittadini che non hanno neppure il diritto di fare i propri bisogni in un wc, dei cittadini che hanno meno diritti degli ospiti del campo (visto che per loro li ha allestiti i servizi igienici!) in quanto sono cittadini che dissentono dalla sua scelta di ospitare una comunità Rom.
Proprio questo lei non ha capito Sindaco Ramazzotti: quei cittadini sono gli stessi che le hanno dato il 64% delle preferenze quattro anni fa, cittadini che non hanno apprezzato una sua imposizione ma che, forse, avrebbero potuto digerirla se lei non li avesse, in modo tanto irresponsabile, insultati dal 21 dicembre ad oggi accusandoli di ogni nefandezza frutto della sua fervida immaginazione e di quella dei suoi collaboratori dell’ufficio stampa cui lei affida le dichiarazioni che quotidianamente trafiggono, come lame affilate, quella stragrande maggioranza di operesi che si riconosce nel presidio fisso e nelle ragioni che lo animano da sei settimane.
Non dimentichi infine Sindaco che lei, come me, è esponente di un partito ma, al contrario di quanto fa lei nei confronti dell’opposizione, nessuno ha mai pensato di delegittimare il suo operato per la sola ragione che possiede una tessera di partito sebbene questa raffiguri, ancora oggi sotto la quercia, uno dei pochi simboli in uso che si rifanno a regimi totalitari ed antidemocratici.
La saluto cordialmente e le do appuntamento a sabato 10 febbraio alle ore 10.00 davanti alla porta del Municipio. Il megafono lo portiamo noi.
Opera, 7 febbraio 2007
Ettore Fusco

6 FEBBRAIO 2007: IL PRESIDIO VIENE RIMOSSO... E' UNA BUFALA!

"Un bar e persino i wc davanti al campo, è intollerabile".
Ramazzotti scrive al prefetto
Opera, riesplode il caso rom. Il sindaco: basta con i presidi
di Zita Dazi
Inviati i vigili a smantellare la baracca allestita da chi contesta il campo provvisorio per i nomadi: "Chi pretende legalità, la rispetti"

Hanno iniziato la loro protesta chiedendo lo sgombero dei nomadi ed è finita che a subire lo sgombero sono stati loro, i cittadini che da oltre un mese animano un presidio contro l´arrivo a Opera di una settantina di nomadi della Romania. Il sindaco Alessandro Ramazzotti non ha esitato a mandare i suoi vigili per tirare giù una barcacca abusiva con l´insegna «Bar Rom», costruita con assi di legno appena fuori dall´ingresso del paese, là dove il prefetto ha fatto montare una quindicina di tende riscaldate per ospitare alcune famiglie zingare rimaste senza tetto dopo uno sgombero. E così, dopo l´incendio doloso delle prime tende montate dalla protezione civile e dopo le polemiche feroci scoppiate sotto Natale, il caso Opera si riapre.A scrivere una lettera aperta per chiedere aiuto al prefetto Gian Valerio Lombardi, è proprio il sindaco Ramazzotti, oggetto di critiche feroci da una parte dei suoi concittadini, quelli che non vogliono gli zingari nemmeno fino al 31 marzo, data massima fissata per lo smantellamento definitivo della tendopoli. «Non è accettabile - scrive il sindaco di Opera al prefetto di Milano - che, come sta avvenendo ora, la recinzione del campo sia riempita di striscioni e che l´area attorno sia trasformata in un bivacco, che di fatto pretende di controllare l´accesso all´area».Al presidio davanti alle tende dei rom da oltre un mese di alternano alcune decine di persone, fra i quali molti militanti di Lega e An e alcuni semplici cittadini di Opera. Per tutti, la strada scelta è quella della provocazione, a volte ironica, a volte aggressiva, per cercare di attirare l´attenzione. Oltre al bar, negli scorsi giorni erano stati allestiti due wc chimici, anche quelli rimossi. «Non di rado però si è sfiorato l´incidente - racconta Ramazzotti - Ogni volta che i volontari entrano o escono dal campo sono fatti oggetti di urla, insulti, frasi derisorie. Tutto questo mi sembra intollerabile, è una vergogna. Chi pretende la legalità dagli altri, deve innanzitutto rispettarla».Per quanto riguarda i nomadi, proseguono intanto le ricerche di sistemazioni alternative da parte dei responsabili della Casa della carità, che da Milano, con la prefettura e il Comune, coordina il piano per smantellare la tendopoli. «I primi che vogliono andare via da Opera sono proprio i nomadi e siamo a buon punto per portarli lontano di lì - dice don Virginio Colmegna, presidente della Casa di via Brambilla - . Noi stiamo andando avanti nel nostro progetto che mira all´integrazione, con pazienza e rispetto, rispondendo con segnali di civiltà a chi usa l´arroganza per imporre le sue idee».
La Repubblica 6 febbraio 2007
INTANTO AL PRESIDIO:
La farneticazioni del Sindaco amaro riescono a produrre un simile articolo su La Repubblica per mano della giornalista Zita Dazzi mentre, alla faccia dell'Amministrazione di Ramazzotti, Borghi, Armelloni e Liguori, il presidio prosegue ed entra negli utimi cinquanta giorni.
Siamo oltre la metà del tempo dato alle istituzioni per porre rimedio a questa violenza perpetrata nei confronti di un paese.
Gli operesi sono cittadini fieri, orgogliosi e non accettano alcuna prevaricazione.
Si resiste al presidio dove vista la tranquillità dei presidianti è stata allentata la guardia. Il numero degli agenti presenti per la guardia al campo è diminuito mentre i presidianti aumentano di giorno in giorno.
L'articolo della gionalista provoca una reazione del Presidio:
COMUNICATO STAMPA DAL PRESIDIO FISSO DI OPERA:
Smentiamo in modo deciso le notizie apparse su alcuni quotidiani che danno per smantellato il presidio fisso dei cittadini operesi nei pressi dell'area circense sede di un campo nomadi temporaneo.
Siamo altresì indignati per l'uso strumentale dei mezzi di comunicazione di massa che il Sindaco Ramazzotti riesce a fare attraverso i comunicati del suo ufficio stampa.
Anche oggi non s'è persa occasione di riportare al pubblico notizie false e tendenziose finalizzate a disgregare il tessuto sociale di Opera ed a provocare ulteriormente i cittadini esasperati dall'atteggiamento incomprensibile di un sindaco delegittimato che si indigna addirittura per l'installazione di due wc chimici necessari ai presidianti che trascorrono molte ore al freddo per salvaguardare il proprio diritto alla protesta.
Diritto peraltro autorizzato e salvaguardato dalla Questura di Milano a cui chiediamo un intervento affinché possa fare pressioni sul Prefetto nella direzione della rimozione di un Sindaco che non compie il suo mandato nell'interesse dei cittadini ma, anzi, ne insulta i rappresentanti politici ed i cittadini stessi attraverso ingiurie che traspaiono da ogni comunicato stampa e dai numerosi manifesti affissi sul territorio.
Per rimarcare il nostro diritto alla protesta è indetta una assemblea pubblica davanti al municipio di via dante sabato 10 febbraio alle ore 10. A seguire corteo fino all'area circense.

5 FEBBRAIO 2007: COSA AVRA' RAMAZZOTTI CONTRO I NOSTRI WC?

Il Sindaco pressa sempre più il Prefetto ed il Questore cavalcando ogni sorta di scusa, il più delle volte inventate, per mettere in cattiva luce gli operesi al presidio.
Nonostante le continue segnalazioni del primo cittadino operese risulta evidente che in Prefettura ed in Questura siano piuttosto seccati dal comportamento di un'Amministrazione che, oltretutto nel torto, non fa altro che alimentare la rabbia dei cittadini fomentando odio nei riguardi suoi e delle istituzioni.
Ma che Ramazzotti non mangi pane e volpe al mattino lo abbiamo capito da tempo...
IL SINDACO RAMAZZOTTI SCRIVE AL PREFETTO:
Egregio Signor Prefetto,
rivolgo a Lei questo pubblico appello perché in queste settimane, nelle vicende travagliate che hanno visto al centro il Comune di Opera, ho avuto modo di apprezzarne l’equilibrio e la fermezza.
Abbiamo stipulato un patto con le istituzioni del Comune e della Provincia di Milano per dare un alloggio temporaneo a trenta famiglie (in prevalenza donne e bambini) e conseguentemente, con la necessaria determinazione, ci siamo adoperati per applicarlo e farlo rispettare, garantendo legalità nella gestione del campo e sicurezza per i cittadini.
Oggi quell’accordo costituisce un’esperienza utile per il Comune di Milano nell’affrontare la difficile situazione di via Triboniano e credo che potrà essere di riferimento anche per altre città, visto che il tema dell’integrazione possibile delle comunità Rom è diventato ormai di rilevanza nazionale.
In questi giorni non facili l’Amministrazione di Opera ha lavorato per ricostruire un clima di serenità dopo l’incendio e le devastazioni della vigilia di Natale, confidando nell’impegno della Magistratura affinché coloro che si sono resi protagonisti di questi gravi episodi siano perseguiti e cercando di stemperare le tensioni e le divisioni fra quanti capiscono e condividono il valore di quest’atto umanitario, impegnandosi in iniziative positive di dialogo e di assistenza verso la comunità Rom, e coloro che non accettano questa presenza neanche per poche settimane e che hanno deciso di tenere un presidio permanente all’ingesso dell’area di accoglienza.
Pur trattandosi di una protesta che ha avuto sin dall’inizio carattere politico, animata dal protagonismo dei consiglieri della Lega e di Alleanza Nazionale, ritengo che sia giusto garantirla e che trovi spazio nelle vicinanze dell’area, non è però accettabile che, come avviene ora, riempia di striscioni la recinzione del campo e si sia trasformata in un bivacco che, di fatto, pretende di controllare l’accesso nell’area.
Un presidio, così organizzato, ha dato già luogo nei giorni scorsi a tensioni e proteste (alcune ragazze e ragazzi hanno sporto denuncia per insulti e intimidazioni) e rischia di trasmettere un’immagine distorta persino del prezioso lavoro delle Forze dell’Ordine, poiché i manifestanti rivendicano il loro ruolo fondamentale nel garantire la legalità nel campo controllandone l’accesso.
Proprio in queste ore è stata costruita, fra l’altro, senza alcuna autorizzazione, una struttura in legno che dovrebbe servire da bar e, a ridosso del campo, sono stati installati due wc chimici, di cui mi sfugge la finalità visto che nel campo, insieme alle tende, abbiamo provveduto ad installare i servizi igienici.
Giunti a questo punto, considero questa situazione intollerabile.
La correttezza che chiediamo a queste famiglie che, non dimentichiamo sono ospiti del Comune di Opera, non può essere disattesa da coloro che sino a qualche giorno fa l’avevano reclamata.
Chi pretende legalità dagli altri e giusto che sia il primo a rispettarla e a Noi, che rappresentiamo le Istituzioni, spetta il compito di garantirla nell’interesse di tutti, per questo mi permetto di rivolgermi a Lei affinché, data la sensibilità che sin qui ha manifestato e l’autorità che rappresenta, intervenga per porre fine a questa vergogna.
Distinti saluti
Il Sindaco di Opera Alessandro Ramazzotti
IL PRESIDIO RISPONDE:
COMUNICATO STAMPA DAL PRESIDIO FISSO DI OPERA
Il presidio fisso che si oppone all'insediamento del campo nomadi ad Opera rende noto che è stato allestito un nuovo punto di ristoro per i presidianti in sostituzione del vecchio, meno stabile e sicuro in caso di intemperie, su richiesta della Questura.
Nelle vicinanze sono stati sistemati anche due wc da campo, offerti da una azienda del settore, che servono ai presidianti ed alle forze dell'ordine presenti nell'area presidiata 24 ore su 24.
Nonostante le autorizzazioni della Questura siamo continuamente vittime della provocazione del Segretario Comunale che si presenta nell'area del presidio, accompagnato dal Comandante e da alcuni Agenti della Polizia Locale, alla continua ricerca di qualcosa che non vada come vuole l'Amministrazione (tutto!).
Il Presidio ci è stato garantito dalla Questura di Milano ed i 4 striscioni presenti sulla recinzione dell'area circense, così come la baracca costruita a ridosso della pista ciclabile, sono intoccabili, non offensivi nè tantomeno volgari.Il Sindaco di Opera ed i suoi funzionari sono alla continua ricerca dello scontro attraverso provocazioni come quelle appena descritte ed anche, in modo ancora più vile, attraverso i quotidiani comunicati stampa, piagnucolosi e deliranti, dove si finisce sempre con l'appello al Prefetto per porre fine ad un presidio pacifico di cittadini, estremamente ordinati e composti in ogni momento del giorno e della notte, accampando pretesti (oltretutto ripetuti per mancanza di episodi rilevanti) che sono frutto dell'arricchimento fantasioso di chi li stila.
Facciamo appello al Prefetto ed al Questore affinchè il Sindaco di Opera sia invitato ad un confronto civile con i suoi concittadini senza che continui a insultare la cittadinanza operese ed, in particolare, i consiglieri comunali di opposizione che appoggiano, essendo il dovere di ogni consigliere comunale, la civile protesta popolare.
Segnaliamo infine l'esposto ai Carabinieri, effettuato in data odierna dal Consigliere Ettore Fusco, in merito ad un'intervista rilasciata da una certa "Laura" che si dichiara stipendiata dal Comune di Opera per fare da intermediaria tra Rom e Amministrazione. La stessa dichiara, tra le molte invenzioni oggetto della denuncia, di aver ricevuto la richiesta da parte del Comune di non fare sapere di essere pagata, per quel che fa nel campo, dal Comune di Opera.
Presidio di Opera.

4 FEBBRAIO 2007: CI SI ORGANIZZA PER LE SCADENZE DELLA SETTIMANA

Settimana densa per i presidianti che attendono le novità dai circensi in lotta per ottenere un proprio diritto negatogli dall'Assessore Liguori e dall'Amministrazione. Anche i giostrai sono pronti a scendere sul piede di guerra e si organizzano per manifestare occupando il paese con i propri mezzi.
Sul fronte della protesta ci si comincia a preparare per la manifestazione del 10, questa volta di sabato ed in mattinata, davanti al comune.
Nell'attesa si organizza il cinquantesimo giorno di presidio con una serata festosa che marcherà anche la metà esatta della permanenza al campo.
La metà considerando che il 31 marzo la tendopoli sarà smantellata e da quel giorno cesserà la necessità di permanenza dei cittadini al freddo.
Tra le polemiche per il nuovo Rom.Pi.Bar ed i wc installati al presidio, che fanno capire al Sindaco ed ai suoi uomini che i cittadini sono determinati ed amovibili, si scandisce il conto alla rovescia con il rito della mezzanotte quando, dal calendario del conto alla rovescia, viene staccato un altro giorno e gettato in uno dei bidoni sempre acceso.
Ne mancano 54.

3 FEBBRAIO 2007: SI INAUGURA IL NEW ROM.PI.BAR. ANCORA FESTA E PIZZA PER TUTTI

Con una pizzata si inaugura il nuovo baldacchino che i presidianti si sono costruiti su ordine del Questore che ha imposto uno spostamento di dieci metri circa.
Se il primo aveva un valore sentimentale poiché costruito un pezzo alla volta con il contributo di tutti, partendo da un tendone del cervellé di Overa con cui si è cominciato a coprire un tavolino composto da alcuni mattoni e delle assi, questo nuovo è un vero e proprio chalet.
I presidianti autofinanziatisi hanno acquistato le travi per la struttura portante e dei pannelli per parte delle pareti.
Il tetto e le finiture sono fatte con le perline offerte dall'amico Simone.
Buona parte del lavoro è svolto da Antonio e la sua squadra coadiuvati da molti presidianti.
Il nuovo baldacchino è completato con la mobilia del vecchio e dei tavoli posati su una pedana ricavata con dei bancali chiusi.
Un'impresa che ha sgomberato degli uffici postali ha fornito tavoli in quantità e mobili comodi e funzionali. I tavoli ora sono disposti anche sul marciapiede... sembra di essere all'osteria.
Il generatore di elettricità che si usava già all'altro baretto adesso alimenta più luci ed il televisore.
La festa di inaugurazione richiama molti operesi al presidio ad ammirare il nuovo manufatto ostacolato in tutti i modi dall'Amministrazione che contava di bloccarne la realizzazione dopo avere smantellato il vecchio.
I presidianti però, cotruendo il nuovo prima di smantellare quello da eliminare, spiazzano chi si presenta metro alla mano per contestare distanze ed ampiezze.
Metro alla mano per contestare misure di un manufatto che, grazie all'arroganza del Sindaco, adesso gode della protezione del Questore che imponendone lo spostamento ne ha automaticamente autorizzato l'edificazione.
Anche questa va buca al Comando di Polizia Locale in fibrillazione nell'evidente tentativo di ostacolare le operazioni ed i presidianti possono godersi l'eccezionale risultato offrendo la pizza a tutti.
Adesso che il New Rom.Pi.Bar è diventato più grande, esteticamente bello ed accogliente, giungono ancora più persone.
Ci voleva questo cambiamento anche per tenere alta la tensione al campo.
Quando non ci pensano i presidianti organizzando feste ci pensa Ramazzotti con queste trovate.

2 FEBBRAIO 2007: ARRIVANO I WC AL PRESIDIO

Durante la festa della salamella, il 31 gennaio, un imprenditore del territorio nota la massiccia presenza di persone e scopre il sentimento che lega questi uomini e queste donne uniti in una battaglia per il mantenimento della legalità nel proprio paese.
Cittadini tanto radicati ed amanti della propria terra da sacrificare al gelo giorno e notte da oltre un mese. Tutto questo venendo massacrati dalle istituzioni e dai mass media che denigrano, etichettandolo come manifestazione di xenofobia e razzismo, il sacrificio dei presidianti.
L'imprenditore nota che agli organizzatissimi presidianti manca un importante accessorio che lui tratta: il wc.
Così offre due wc chimici, quelli da cantiere autopulenti, che i responsabili del presidio accettano di mettere in bella mostra nello spiazzo in fronte al Rom Pi Bar accostati alla recinzione del campo.
Nasce così un altro servizio che il presidio offre alle centinaia di persone che transitano dal posto di guardia durante il giorno. Un ulteriore livello di civiltà che i manifestanti dimostrano al contrario dei visitatori degli ospiti del campo che, anche davanti ai cittadini, usano orinare dove capita, anche sulla ciclabile accanto ai passanti.
Ma questi sono certamente casi sporadici che non possono costituire prova di inciviltà bensì dimostrare semplicemente che non tutti i nomadi sono educati e vogliosi di integrarsi nella nostra società anche se, alcune persone del campo, parlando con dei presidianti si sono premurati di assicurare che si integreranno...
ma se devono andare via entro il 31 marzo che senso ha da parte loro parlare di integrazione?
Dei wc che i presidianti e le Forze dell'Ordine utilizzano per i propri bisogni osa parlare il Sindaco Ramazzotti in una lettera al Prefetto di Milano che rasenta il ridicolo.
Farebbe anche ridere se non fosse che la triste verità è quella di un Sindaco, che neppure riconosce ai cittadini operesi la dignità di potersi recare in un wc per i propri bisogni, che afferma: "a ridosso del campo, sono stati installati due wc chimici, di cui mi sfugge la finalità visto che nel campo, insieme alle tende, abbiamo provveduto ad installare i servizi igienici."
Interpretabile in due modi:
  1. i cittadini di Opera che frequentano il presidio possono andare nel campo a fare i propri bisogni nei wc che dovrebbero usare i nomadi.
  2. i cittadini di Opera non contano assolutamente nulla per il Sindaco Alessandro Ramazzotti che considera anche i wc montati dai presidianti quale una dotazione dell'area circense i cui legittimi proprietari sono, nel pensiero del primo cittadino, esclusivamente i nomadi.

Probabilmente è la seconda quella giusta, vista la considerazione sin qui avuta da parte di Ramazzotti.

IL SINDACO SCRIVE AL PREFETTO:

Egregio Signor Prefetto, rivolgo a Lei questo pubblico appello perché in queste settimane, nelle vicende travagliate che hanno visto al centro il Comune di Opera, ho avuto modo di apprezzarne l’equilibrio e la fermezza.

Abbiamo stipulato un patto con le istituzioni del Comune e della Provincia di Milano per dare un alloggio temporaneo a trenta famiglie (in prevalenza donne e bambini) e conseguentemente, con la necessaria determinazione, ci siamo adoperati per applicarlo e farlo rispettare, garantendo legalità nella gestione del campo e sicurezza per i cittadini.

Oggi quell’accordo costituisce un’esperienza utile per il Comune di Milano nell’affrontare la difficile situazione di via Triboniano e credo che potrà essere di riferimento anche per altre città, visto che il tema dell’integrazione possibile delle comunità Rom è diventato ormai di rilevanza nazionale.

In questi giorni non facili l’Amministrazione di Opera ha lavorato per ricostruire un clima di serenità dopo l’incendio e le devastazioni della vigilia di Natale, confidando nell’impegno della Magistratura affinché coloro che si sono resi protagonisti di questi gravi episodi siano perseguiti e cercando di stemperare le tensioni e le divisioni fra quanti capiscono e condividono il valore di quest’atto umanitario, impegnandosi in iniziative positive di dialogo e di assistenza verso la comunità Rom, e coloro che non accettano questa presenza neanche per poche settimane e che hanno deciso di tenere un presidio permanente all’ingesso dell’area di accoglienza.

Pur trattandosi di una protesta che ha avuto sin dall’inizio carattere politico, animata dal protagonismo dei consiglieri della Lega e di Alleanza Nazionale, ritengo che sia giusto garantirla e che trovi spazio nelle vicinanze dell’area, non è però accettabile che, come avviene ora, riempia di striscioni la recinzione del campo e si sia trasformata in un bivacco che, di fatto, pretende di controllare l’accesso nell’area.

Un presidio, così organizzato, ha dato già luogo nei giorni scorsi a tensioni e proteste (alcune ragazze e ragazzi hanno sporto denuncia per insulti e intimidazioni) e rischia di trasmettere un’immagine distorta persino del prezioso lavoro delle Forze dell’Ordine, poiché i manifestanti rivendicano il loro ruolo fondamentale nel garantire la legalità nel campo controllandone l’accesso.Proprio in queste ore è stata costruita, fra l’altro, senza alcuna autorizzazione, una struttura in legno che dovrebbe servire da bar e, a ridosso del campo, sono stati installati due wc chimici, di cui mi sfugge la finalità visto che nel campo, insieme alle tende, abbiamo provveduto ad installare i servizi igienici.

Giunti a questo punto, considero questa situazione intollerabile.La correttezza che chiediamo a queste famiglie che, non dimentichiamo sono ospiti del Comune di Opera, non può essere disattesa da coloro che sino a qualche giorno fa l’avevano reclamata.

Chi pretende legalità dagli altri e giusto che sia il primo a rispettarla e a Noi, che rappresentiamo le Istituzioni, spetta il compito di garantirla nell’interesse di tutti, per questo mi permetto di rivolgermi a Lei affinché, data la sensibilità che sin qui ha manifestato e l’autorità che rappresenta, intervenga per porre fine a questa vergogna.

Distinti saluti

Il Sindaco di Opera, Alessandro Ramazzotti

1 FEBBRAIO 2007: INIZIA IL MESE DEL CARNEVALE AMBROSIANO

I presidianti sono saldi al loro posto ed in compagnia della sempre folta presenza di Polizia e Carabinieri prosegue con la protesta messa in atto per dimostrare contrarietà ad una scelta presa dal Sindaco Ramazzotti e dal Presidente della Provincia Penati di allestire un campo nomadi senza chiedere il parere ai residenti operesi, i legittimi proprietari dell'area che il Comune e la Provincia hanno deciso di disporne a proprio piacere dopo avere sfrattato i nomadi da un campo di Via Ripamonti.
Intanto all'area circense proseguono le incursioni del Segretario Generale del Comune e del Comandante della Polizia Locale che, di tanto in tanto, ordinano agli operai di recarsi a staccare gli striscioni affissi dai manifestanti.
Ogni volta si scontrano con qualche presidiante che informa il funzionario di Pubblica Sicurezza presente al campo e ne nascono diatribe su chi rappresenta la legge in quell'area.
Fortunatamente la Questura ha destituito la locale amministrazione comunale di qualsiasi competenza territoriale ed ogni volta, con la coda fra le gambe, il Dottor Moscara, il Comandante De Tomaso ed i loro accompagnatori devono tornarsene presso il palazzo a comunicare al Sindaco Ramazzotti l'ennesima missione fallimentare.
Curiosa poi la pervicacia con cui il Segretario Generale, unico dipendente comunale scelto dal Sindaco (ufficialmente), insiste nel voler rimuovere gli striscioni dall'area occupata dai presidianti.
Siamo nel mese del carnevale e le tradizionali giostre che a giorni sarebbero dovute arrivare sono in dubbio.
I giostrai hanno più volte manifestato con i cittadini, a tutela del lavoro di numerose famiglie tra cui anche una operese, e minacciano azioni forti se il Comune di Opera non trova loro una sistemazione idonea.
Fino ad oggi l'assessore Liguori, che in verità le giostre non le ha mai volute osteggiandone il diritto alla permanenza in Opera anche negli anni precedenti, è stato capace di proporre loro in alternativa unicamente il parcheggio dello Sporting a Noverasco oppure a dividere i giostrai e disseminarli in tutto il paese.
Ovviamente le due soluzioni sono impraticabili per i giostrai che necessitano di un'area per tutti e possibilmente in zona raggiungibile dai cittadini.
I rappresentanti dei giostrai chiedono l'area adiacente il centro polifunzionale, la vecchia sede delle giostre, ma per l'Amministrazione non se ne parla nemmeno. Troppo vicino alla biblioteca!
Così i giostrai vanno avanti a minacce, come gli stessi presidianti del resto, ed Opera diventa il paese dove per fare valere un proprio diritto devi manifestare ed alzare la voce. Questo grazie ad una persona in particolare: Alessandro Ramazzotti.

31 GENNAIO 2007: FESTA DELLA BIRRA

I cittadini del presidio organizzano l'ennesimo evento davanti all'area circense. Stasera si tiene la festa della birra con salamelle e birra a volontà.
I presidianti realizzano ancora una festa a tema per allietare la serata dei cittadini e tenere alto il morale di chi combatte da un mese e mezzo una battaglia contro l'arroganza del Sindaco Ramazzotti e delle istituzioni che hanno imposto un campo nomadi senza minimamente interessarsi dell'opinione della gente. Non gente qualsiasi, gli operesi padroni di casa!

30 GENNAIO 2007: SI PROGETTA IL NUOVO ROM.PI.BAR

Mentre si attende lo spostamento del baldacchino, come richiesto dalla Questura, ci si prepara a farlo nel migliore dei modi ripulendo l'area che lo dovrà accogliere ed autofinanziandosi per acquistarne la struttura portante. Nel frattempo si pubblicizza l'evento programmato per domani, un'altra festa a tema: la festa della birra.
Il presidio è sempre vivo e le presenze non calano anzi, soprattutto nelle serate a tema, giungono centinaia di persone a mantenere viva la protesta ed alte le fiamme nei bidoni con cui ci scalda e si cuociono i cibi.
Ad ogni mezzanotte viene bruciata una pagina del calendario con il conto alla rovescia che indica quanti giorni mancano al 31 marzo. Data ultima entro cui dovranno essere spostati i nomadi da Opera.

29 GENNAIO 2007: ORDINE TASSATIVO, SPOSTARE IL ROM.PI.BAR

Il Sindaco Ramazzotti, con le sue pressioni isteriche sul Questore ed il Prefetto, contava di fare sbaraccare il presidio partendo dal baracchino.
Dall'incontro in Questura tra Fusco ed il Questore di Milano che si scomoda per questa idiozia dello spostamento del baracchino (il Sindaco operese in tutta questa vicenda ha fatto esclusivamente pessime figure dinanzi alle istituzioni) nasce la nuova collocazione per il Rom.Pi.Bar.
Il capo della Polizia ed i funzionari Digos non si sognano certo di chiedere lo smantellamento ma provano a rendere innocuo il presidio spingendo verso una soluzione piuttosto "scomoda" per i presidianti.
La prima proposta della Polizia è quella di spostarsi dalla parte opposta della rotonda, verso le case nuove dove c'è un piccolo spiazzo in cemento ed una cabina elettrica per i cantieri. Significherebbe spostarsi di oltre cento metri dal punto attuale a ridosso dell'ingresso al campo.
Questo è lo scopo dell'incontro, infatti, farci allontanare da un terreno che i funzionari di Polizia sanno bene sia tranquillo per l'atteggiamento pacifico dei presidianti ma che il Sindaco continua a rendere infuocato diffondendo notizie di agguati, aggressioni, intimidazioni, forche caudine e violenze tali da costringere Prefetto e Questore ad intervenire pubblicamente in quanto più facile che non rimuovere un Sindaco che, oltre alla manifesta incapacità nel gestire un problema di ordine pubblico, continua ad aggravare la situazione creando tensioni inutili tra parti politiche ed i cittadini stessi diventati oramai bersaglio di insulti sui mass media da parte di Ramazzotti e dei suoi uomini più vicini, Borghi, Liguori e Armelloni in particolare.
Naturalmente Fusco è fermo sull'indisponibilità a spostare il baldacchino ma dopo lunghe trattative, valutando anche altre richieste della Questura, si giunge all'accordo sullo spostamento di dieci metri arretrando verso la curva della ciclabile.
Un posto migliore, in effetti, dove a breve si dovrà spostare il baldacchino. Il tempo stringe, la Questura ha una fretta del diavolo e per sabato vi è l'ordine di fare i lavori necessari alla nuova collocazione del manufatto dei presidianti.

28 GENNAIO 2007: RAMAZZOTTI LAMENTA ANCORA AGGRESSIONI FANTASMA

Ogni giorno il Sindaco Ramazzotti trova il pretesto per insultare gli operesi con il racconto di qualche evento a dir poco "dubbio".
E' il caso di una presunta aggressione verbale subita da qualcuno che avrebbe avuto difficoltà nel recarsi al campo nomadi attraverso il presidio dei cittadini.
Il primo cittadino operese non perde occasione per invocare l'intervento del Prefetto e del Questore con i quali i rappresentanti dei presidianti, in particolare il Consigliere Ettore Fusco, dialogano quasi quotidianamente per mantenere un clima di serenità all'interno della sacrosanta protesta che non cesserà certamente per volontà del Sindaco.
Ramazzotti intanto continua a parlare di operazione umanitaria e di legalità rispettata all'interno del campo e non all'esterno. Ogni giorno in pratica accusa anche le Forze dell'Ordine di non fare il proprio dovere e più volte dubita delle capacità di Prefetto e Questore che, secondo lui, avrebbero già dovuto sgomberare l'area occupata dagli operesi abusivi ed illegali.
Gli operesi però... per i rom si tratta invece di missione umanitaria!
Intanto il Questore, per accontentare il Sindaco che ogni giorno fa pressioni, convoca i presidianti in questura per mediare alcune forme di protesta.
Oggetto dell'incontro tra Fusco ed il Questore è lo spostamento del baracchino, il "ROM-PI-BAR", utilizzato come ricovero dei viveri e punto di aggregazione.
Un gazebo costruito con barre di ferro, listelli di rinforzo e tendoni vari sotto cui i presidianti proteggono il televisore, i viveri e se stessi quando piove.
COMUNICATO STAMPA DEL PRESIDIO:
Quotidianamente apprendiamo dai giornali qualcosa di nuovo:ieri, domenica 28 gennaio, abbiamo saputo da "Il Giorno" che qualcuno è stato vittima di aggressione verbale da parte di 80 presidianti l'area circense. Pertanto (e non a caso) il Sindaco Ramazzotti chiede per l'ennesima volta al Prefetto che il presidio venga sciolto da chi è preposto a mantenere l'ordine pubblico.Siamo indignati per la quantità di menzogne che l'Amministrazione riesce a produrre sul conto dei suoi amministrati in lotta per la tutela del territorio, lotta che, invece, competerebbe al primo cittadino e non, come sta avvenendo, all'intera cittadinanza lasciata sola, paradossalmente, contro l'Amministrazione ed il piccolo gruppo di familiari degli assessori, consiglieri e gestori di attività legate all'Ente.Ci auguriamo che il Prefetto ed il Questore prendano atto di quanto sta avvenendo ad Opera e si facciano garanti del buon andamento del presidio cittadino in atto da un mese, pacificamente, e determinato a resistere sino all'allontanamento dell'ultima tenda dall'area circense di via Marcora.Segnaliamo infine quanto apprendiamo dal mensile locale vicino all'amministrazione "Punto e Linea" in merito alla presunta aggressione subita dai volontari alcune sere fa quando, accompagnati dall'Assessore di rifondazione comunista Matteo Armelloni, si sono recati al campo nomadi per allietare la serata dei rom con musica e balli:Il gruppo dei volontari scrive al giornale, che pubblica, il racconto di quella serata e conclude ritenendosi fortunato perchè grazie all'intervento delle forze dell'ordine è stato evitato l'inseguimento degli stessi, ad opera dei presidianti, fino alle macchine.In virtù della denuncia che si dice sia stata fatta dai volontari presso la stazione dei carabinieri di Opera per aggressione e danneggiamento delle auto in sosta ci domandiamo se i volontari hanno mentito al giornale, visto che hanno dichiarato di non essere stati raggiunti ne di avere subito danni alle auto, oppure ai carabinieri, denunciando un fatto non accaduto, oppure ancora se, più semplicemente, la denuncia sia stata scritta da un militante di rifondazione comunista per poi farla sottoscrivere ai volontari senza sapere che gli stessi si erano già preoccupati di avvisare il giornale raccontando i fatti, realmente accaduti, senza pensare che la serata doveva essere strumentalizzata dal partito rifondazione comunista per creare l'ennesimo precedente. Precedente che, come tutti gli altri, non ha alcun fondamento di realtà.